Microtesti
Scrivere per la user experience significa progettare testi e microtesti dedicati alle interfacce, per rendere l’esperienza delle persone semplice, fluida e coerente con l’ecosistema di un servizio digitale
FondamentiMetadati e link per approfondire
Scrivi per facilitare e orientare l’interazione
I testi di interfaccia dovrebbero aiutare l'utente a:
- identificare il tipo di interfaccia digitale in cui si trova, tramite l’uso di elementi quali heading, subheading, label
- capire come i blocchi di informazioni sono collegati fra di loro, tramite l’uso di componenti quali label, accordion, collapse, table, tag
- scegliere e prevedere in tempo reale quale azione compiere sull’interfaccia, tramite l’uso di componenti quali tooltip e buttons
- prevedere l’effetto dell’interazione con un elemento di interfaccia e guidare alla risoluzione di una situazione inaspettata, tramite modali, aiuti contestuali e messaggi di errore.
Tieni presente l’obiettivo e il contesto di ogni pagina o schermata
I testi e i microtesti che accompagnano l’utente nell’interazione con la pagina dovrebbero essere progettati tenendo conto dell’obiettivo e del contesto di ogni schermata, oltre che dell’insieme dei passaggi che compongono un eventuale flusso: organizzare le call to action (es. buttons) con la giusta gerarchia di importanza è fondamentale per orientare l’azione primaria, suggerire le possibilità di interazione secondarie o collaterali, far raggiungere in maniera fluida e senza colli di bottiglia l’obiettivo.
Rispetta la consistenza delle tue scelte di scrittura
La progettazione di schemi ricorrenti d’interazione a livello di UX e UI implica anche definire scelte e pattern di contenuto ricorrenti e consistenti nell’ambito dello stesso servizio. Oltre alle buone pratiche generali quindi, è buona norma definire e applicare in interfaccia, e in maniera consistente, la terminologia usata, gli ingombri di testo, i copy delle call to action.
Per facilitare l’aggiornamento consistente dei testi durante tutte le fasi di progettazione di un servizio, sono disponibili strumenti e integrazioni per i principali software di prototipazione che permettono di creare e gestire librerie di microtesti.
Suggerimenti per microcopy efficaci e accessibili
Usa azioni specifiche
VA BENE | NON VA BENE |
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Invia | OK |
Aggiungi un nuovo provider | Nuovo provider |
Le etichette di testo di componenti azionabili (es. i pulsanti) dovrebbero, in linea generale, iniziare con un verbo che indichi chiaramente l’azione da svolgere e consenta all'utente di prevedere l'effetto dell'interazione.
Usa un linguaggio semplice e conciso
VA BENE | NON VA BENE |
---|---|
Cerca un documento | Fai una ricerca fra i documenti |
Oltre alla semplicità di linguaggio, considera anche il limite massimo di caratteri che un componente specifico può contenere. A parità di significato, è sempre preferibile ridurre la quantità di testo piuttosto che incrementarla.
Prima l’obiettivo, poi l’azione
VA BENE | NON VA BENE |
---|---|
Per scaricare la ricevuta di pagamento, accedi all’area personale | Accedi all’area personale per scaricare la ricevuta di pagamento |
Quando un testo descrive un obiettivo e l'azione necessaria per raggiungerlo, inizia la frase con l'obiettivo, in modo da facilitare la trovabilità dell'informazione principale. Le persone, infatti, non leggono sugli schermi parola per parola, ma tendono a scansionare velocemente il contenuto della pagina.
Evita le negazioni e le forme passive
VA BENE | NON VA BENE |
---|---|
I campi con asterisco sono obbligatori | Questo campo non è opzionale |
Hai salvato il documento. Vai alla sezione "..." per visualizzarlo | Il documento è stato salvato con successo nella sezione "..." |
Mario ha pubblicato un nuovo commento | Un nuovo commento è stato pubblicato da Mario |
Le negazioni e le forme passive rendono il testo più difficile da capire. Prediligi l'uso di forme attive ed evita le negazioni quando progetti microtesti per orientare azioni da compiere in interfaccia.
Aiuta nella risoluzione degli errori
VA BENE | NON VA BENE |
---|---|
La data deve rispettare il formato GG/MM/AA ed essere successiva al … | Data non valida |
Verifica la data di completamento delle attività | Risulta un errore nella data di completamento delle attività |
Il documento caricato non contiene alcuna firma. Assicurati di caricare un file che contiene una firma in corso di validità | Firma non presente! |
La ricerca non ha restituito risultati per “...”. Prova a cercare “...” o “...”. | Non ci sono risultati |
Dando per implicito che è buona norma progettare un’interfaccia che impedisca il più possibile all’utente di trovarsi in condizioni di errore, per le situazioni in cui è necessario prevedere messaggi di aiuto alla risoluzione di eventuali problemi (es. compilazione di form, upload di documenti, note legali, 404 etc…) è bene seguire alcune buone pratiche quali:
- spiegare in maniera semplice e chiara che c’è un problema e qual è il problema
- fornire - se possibile - una soluzione immediata
- se non è possibile una soluzione immediata, suggerire una via di uscita alternativa in modo da fornire un’esperienza il più accettabile possibile della condizione inaspettata.
Progetta stati vuoti di valore
VA BENE | NON VA BENE |
---|---|
I tuoi documenti appariranno qui | Ops, non ci sono documenti qui |
I tuoi servizi preferiti appariranno qui. Aggiungi il primo servizio | Nessun servizio disponibile |
Inizia a scrivere un messaggio: puoi salvarlo in bozza e inviarlo quando sei pronto. Nuovo messaggio | Non ci sono messaggi in bozza |
I cosiddetti “empty state” o “stati vuoti” sono necessari in varie situazioni, tipicamente quando l’utente deve iniziare ad aggiungere alcuni elementi a una sezione, oppure quando sta cercando qualcosa ma il sistema non restituisce risultati. Scrivere un microtesto per uno stato vuoto è un’opportunità per far comprendere all’utente come iniziare a interagire con l’interfaccia, perché questa sia davvero di valore per la sua esperienza, senza perdite di tempo.
Ecco alcune buone pratiche per progettare stati vuoti efficaci:
- evita parole e tono di voce “negativi”
- suggerisci come avviare l’interazione che annulla lo stato vuoto
- suggerisci che tipo di esperienza offrirà la sezione una volta avviata la prima interazione.
Progetta aiuti contestuali efficaci
Tooltip (suggerimenti) e placeholder (testi segnaposto) fanno parte della categoria di testi detti di “aiuto contestuale”, cioè utili all’utente come guida aggiuntiva su come interagire con l’interfaccia e su come interpretare il significato di alcuni elementi di UI.
Ecco alcune buone pratiche per la progettazione di questi microtesti:
- usa i tooltip con moderazione, valutando se l’aiuto contestuale è davvero necessario e ricordando che il testo del tooltip sarà visibile all’utente solo in mouseover (cioè al passaggio volontario del mouse)
- usa i testi segnaposto come aiuto alla compilazione, in particolare se hai bisogno di orientare l’utente su come compilare campi di testo “libero”
- usa i testi segnaposto per suggerire il modo giusto di usare alcune funzionalità (es. ricerca su sito).
Rispetta il tono di voce del contesto
Una Pubblica Amministrazione che mette le persone al centro sa parlare con una voce semplice, chiara ed empatica. Il rispetto di un tono di voce coerente e incentrato sull’utente è fondamentale per migliorare l’esperienza di un servizio digitale. Scrivi con l’obiettivo primario di farti capire ed essere efficace, tenendo conto il più possibile degli stati d’animo in cui potrebbe trovarsi l’utente che interagisce con l’interfaccia.
Scrivi per tutti
Leggere sugli schermi richiede maggiore sforzo e concentrazione rispetto alla lettura su carta stampata. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che le persone non leggono necessariamente dall’alto al basso e parola per parola, ma più frequentemente scansionano il contenuto della pagina secondo pattern visivi ricorrenti (F-shape, Z-shape), ancorando la lettura all’aspetto di alcuni componenti interattivi e a volte limitandosi ad una lettura superficiale delle informazioni.
Metodi di ricerca
Prima di scrivere i microtesti, è importante conoscere il linguaggio che gli utenti usano in relazione a un determinato servizio.
Alcune possibili attività di ricerca per indagare questo aspetto sono:
- conversation mining, ovvero ricercare discussioni online (social network, forum, recensioni) per capire come gli utenti parlano di un servizio
- focus group, ovvero guidare e osservare la conversazione tra un gruppo di partecipanti scelti accuratamente
- interviste utenti, per approfondire il contesto e l’esperienza d’uso di un servizio.
Metodi di test
Dopo aver progettato testi e microtesti, è opportuno verificare che questi corrispondano al livello di comprensione, al tipo di linguaggio e alle aspettative degli utenti.
Esistono diversi tipi di test che possono essere usati per verificare i microtesti, in base alla fase di sviluppo in cui ci si trova, il tempo a disposizione e lo scopo della verifica:
- test di leggibilità, che aiuta a capire quanto è difficile un testo ma non se rispetta il tono di voce o se è adatto al target di riferimento
- cloze test (o cloze deletion test) e test di comprensione delle parole, utili per capire se l’utente capisce cosa abbiamo scritto
- test dell’evidenziatore, per capire come semplificare la descrizione di un servizio o un’istruzione tecnica
- test di usabilità delle parole, per capire come gli utenti usano il contenuto per risolvere un problema
- test A/B, per confrontare due versioni alternative di uno stesso testo.